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Mag 20

Carte di famiglia nella Repubblica di Venezia tra ‘500 e ‘600, al Castello di Thiene il 24 maggio

I numerosi archivi privati di famiglia delle dimore nobiliari venete costituiscono una fonte importante per la storia del territorio, soprattutto in relazione con la Repubblica di Venezia. Uno dei più significativi del Veneto è quello del Castello di Thiene, che testimonia dall’XI al XX secolo le vicende di quattro illustri famiglie nobiliari venete: i Porto, i Colleoni, i Thiene e i Capra, committenti di Palladio e Veronese.

L’Associazione Castello di Thiene ETS, che lavora per la promozione, valorizzazione e divulgazione dell’archivio, si è adoperata per finanziare il convegno Carte di famiglia nella Repubblica di Venezia tra ‘500 e ‘600 che il prossimo 24 maggio vedrà riuniti storici delle Università di Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trento, oltre al CNR, che studiano gli archivi privati e in particolare quelli nobiliari durante la prima età moderna.

«Abbiamo riunito storiche e storici di vari dipartimenti universitari – spiega Andrea Savio, docente del Dipartimento DiSSGeA dell‘Università di Padova – per presentare lo status quo archivistico relativo alla vita nobiliare della prima età moderna (‘500-‘600). Una fotografia dell’argomento, che possa essere conosciuta e apprezzata anche da un pubblico più ampio, come ad esempio i rapporti tra nonni e nipoti nella prima età moderna».

«Ho fortemente voluto questo convegno nella nostra dimora – dichiara Francesca di Thiene, presidente dell’Associazione Castello di Thiene ETS – perché l’archivio rappresenta un’opportunità unica per scoprire le mille sfumature di secoli di storia conservate nei documenti. Ritengo sia importante riuscire a valorizzare ciò che il Castello ancora oggi è in grado di raccontare: cerchiamo di farlo tutti i giorni attraverso l’Associazione e sicuramente i contributi pubblici finora ottenuti ci hanno consentito di investire e proseguire nell’inventariazione e valorizzazione del nostro patrimonio archivistico. Dall’archivio – prosegue – emergono importanti documenti che hanno aiutato gli storici dell’arte a rinominare correttamente due dipinti del Veronese che ritraggono Iseppo da Porto con il figlio Leonida (visibile agli Uffizi) e la moglie Livia con la figlia Deidamia (ora al The Walters Art Museum di Baltimora). Committenti del grande pittore oltre che del Palladio, i Porto intrattenevano rapporti anche con la corte Estense e proprio dalla documentazione emergono alcuni doni che furono scambiati tra i due casati, tutti rigorosamente registrati, quali partite di anguille o galline selvatiche particolarmente pregiate» ricorda Francesca di Thiene che, sulle orme dell’antenata Angelica di Thiene (che nel ‘700 fu coinvolta nelle vicende di ordinamento dell’archivio di allora), si batte per la valorizzazione di questo patrimonio archivistico. Una famiglia di donne molto determinate, dedite alla cultura, quella dei di Thiene.

«Tra i documenti presenti al Castello di Thiene – conclude Francesca – sono custodite importanti mappe che oltre a descrivere morfologicamente il territorio, delineano le attività che vi erano insediate, da quelle agricole (con i vati tipi di colture dell’epoca) a quelle produttive (da cui emerge l’ampia filiera per la produzione della seta, con la coltivazione dei gelsi e l’allevamento dei bachi, oltre alla filatura e tessitura)».

Il patrimonio documentario comprende pergamene, mappe e disegni, lettere, bolle papali e ducali, privilegi imperiali, libri di conti, registri e vari altri materiali, originali e in copia. Dal 2018 l’archivio è stato oggetto di alcuni importanti lavori di ordinamento e inventariazione informatizzata, grazie al coordinamento scientifico della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, che ha reso possibile la pubblicazione on line degli inventari, liberamente accessibili nel “Portale degli archivi della Bertoliana”, un’innovativa piattaforma web realizzata da Regesta.exe.

La scelta dei coordinatori del convegno, organizzato dal Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, in particolare il ricercatore Andrea Savio, con il contributo del Ministero della Cultura, Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, è stata quella di portare l’indagine storica fuori dalle aule universitarie, attirando l’attenzione del pubblico sulle diverse sfaccettature degli studi degli archivi di famiglia.

Si va dall’indagine per la storia dell’architettura palladiana (con Donata Battilotti dell’Università degli Studi di Udine) alle scritture sulla cultura materiale e sugli imprenditori (a cura di Francesco Vianello dell’Università di Padova e Isabella Cecchini del CNR di Roma), per finire con le strategie politiche di ascesa sociale, frutto di ricerche innovative prettamente legate al contesto veneto nel periodo della Serenissima (con Marco Bellabarba dell’Università di Trento e Paolo Amighetti dell’Università di Venezia), non dimenticando i contesti di politica domestica, meno noti e particolarmente bisognosi di approfondimenti e nuovi studi (grazie ad Andrea Savio dell’Università di Padova).

Le sessioni del convegno prevederanno il coinvolgimento di discussant di rilievo, tra i quali Giacomo di Thiene, Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, il Direttore del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università degli Studi di Padova Andrea Caracausi, di Egidio Ivetic dell’Università degli Studi di Padova ed Edoardo Demo dell’Università degli Studi di Verona) e archivisti (Mattea Gazzola, Direttrice della Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza e Silvia Girardello, archivista dell’Archivio di Stato di Vicenza, direttamente coinvolti nella cura e sistemazione degli archivi di famiglia.